Storia di Carini Carini, placida nella sua collina morbidamente adagiata tra mare e montagne, si arricchisce da sempre delle testimonianze di civiltà e di culture diverse, derivanti dalle dominazioni e dalle politiche che si sono succedute nel corso dei secoli e che hanno attraversato l'intera Sicilia. La città di Carini, prende il nome dal sostantivo "Hyccara" , nome originario del primo insediamento documentato , che la leggenda vuole edificata dal mitico architetto DEDALO per volere del re sicano Cocalo. La "prima HYCCARA"fu edificata in montagna nella gola che separa la piana di Carini da quella di Partinico, in corrispondenza dell'insediamento di Monte d'Oro e della relativa necropoli di "Manico di Quarara". La "seconda HYCCARA " fu edificata nel tratto di costa ad occidente di Palermo,che si estendeva nelle attuali zone della "CHIUSA CARRUBBA", "PIRAINETO" e " CARBULANGELI".Nel 415 A.C. la città viene distrutta e la maggior parte degli abitanti furono fatti schiavi ; tra questi la giovanissima LAIDE, che in seguito sarebbe divenuta una delle etere più apprezzate della Grecia. Ben presto la città si arricchì di palazzi e case sontuose, divenendo sede di Vescovado come testimoniano alcune lettere di Papa San Gregorio Magno indirizzate al Vescovo di Iccara. A conferma dell'importanza raggiunta è la collocazione del "Mosaico DE SPUCHES" La seconda ICCARA durerà in contrada San Nicola fino alla metà del 1200, quando viene rasa al suolo da Federico II di Svezia. Già da qualche secolo alle pendici del monte Cerasea 162 metri dal livello del mare era stata realizzata una fortificazione, al quale si era costituito un borgo. E' quella stessa fortezza che il Conte Ruggero assegnerà insieme al feudo di Carini, a Rodolfo Bonello nel 1072 la baronia dei La Grua Talamanca. In tal periodo la città raggiunse un grande sviluppo economico, urbanistico e monumentale , si trasformerà nel 1662 in principato , con un assetto che manterrà fino alla fine del 1800, con la divisione del feudo in grandi fondi affidati ad importante famiglie nobili che vi si insediano con la realizzazione dei caratteristici "bagli". Nel periodo risorgimentale Carini diviene sede dei principali comitati rivoluzionari capeggiati da Rosolino Pilo presso il Convento del Carmine.La seconda metà del novecento è l'era dell'industrializzazione e di un calo dell'attività agricola.Carini attuale mantiene, il proprio connotato di bellezza naturale e paesaggistica, con rigogliosi alberi di limoni e secolari ulivi saraceni all'ombra di un grande centro urbano che si affaccia sul golfo di mare che unisce Palermo a Punta Raisi, che costituisce la naturale porta di accesso all'hinterland palermitano.
